Scodellaro

1660m s.l.m.

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Sabato 3 Maggio 2008 - Tre ragazzi partono alla volta dello Scodellaro.

In questi giorni abbiamo organizzato un’escursione sullo Scodellaro. La prima montagna a destra della gola del Rosa e a sinistra della Muletta che è visibile da tutto il paese (FOTO1, FOTO2, FOTO3). Con Luca Castellucci e Raffaele Cantatore abbiamo seguito un sentiero che da Casiglia porta sin sulla vetta. Io, conoscitore del luogo, ho guidato il gruppo nella scalata finale per raggiungere la vetta.

Partiamo alle 6 del mattino con la Fiat Punto di Raffaele C. da San Sosti. Dalla piazzola di Padre Pio prendiamo la strada per Casiglia. La strada è buona per la presenza del manto stradale fino al primo rifugio poi, inizia lo sterrato, il percorso diventa tortuoso e  lasciamo l’auto (FOTO4). Dal primo rifugio che si incontra sulla strada per Casiglia, proseguiamo a piedi. Passando da Casiglia senza fermarci e continuando sulla strada sterrata, arriviamo ad un primo incrocio: Andando a destra ci si dirige verso San Donato – Cancello della Forestale – Campo; noi siamo andati a sinistra per imboccare lo storico sentiero denominato “A Zoppatura”. Durante il percorso ci siamo affacciati da uno sperone roccioso sospeso sulla gola del Rosa. Sotto i nostri piedi avevamo un salto di centinaia di metri. Un punto ottimale per fare parapendio. La vista è meravigliosa, di fronte vediamo la Montea, a destra i “tagli” dello Scodellaro e in basso il Santuario del Pettoruto (FOTO5, FOTO6, FOTO7, FOTO8, FOTO9, FOTO10, FOTO11, FOTO12). Dopo aver fatto le foto ripartiamo percorrendo la “Zoppatura”. Guidati dal mio orientamento, lasciamo il sentiero nel momento giusto cioè quando eravamo ai piedi dello Scodellaro. Lasciando il sentiero alle nostre spalle, inizia la rampicata per la prima vetta. Bisogna salire ottimizzando le forze, magari zigzagando per non prenderla di petto. Superato il boschetto, siamo usciti allo scoperto sulla roccia calcarea. La vegetazione si dirada e lascia il posto alla roccia con qualche arbusto. La salita si sente nelle gambe e il sole “picchia”. Due vipere stordite che prendono il sole sulle rocce ci mettono in apprensione (FOTO13, FOTO14, FOTO15, FOTO16, FOTO17). Inizia la fase adrenalinica, vediamo la vetta, manca poco, le forze ritornano: c’è voglia di arrivare. Raggiungiamo la prima vetta. Siamo a quota 1585m, il panorama è bellissimo. Vediamo San Sosti, il Pettoruto, la Montea e tutto lo sfondo della Sila, la Catena Costiera (FOTO18, FOTO19, FOTO20, FOTO21, FOTO22, FOTO23, FOTO24, FOTO25); voltandoci indietro vediamo la Mula ancora innevata e la Muletta (FOTO26, FOTO27). Mangiamo un panino e riprendiamo a camminare per raggiungere la seconda vetta dello Scodellaro. Passiamo per un prato riconoscibile da San Sosti (FOTO28). Questo angolo per me rappresenta molto perchè lo guardo sempre da casa mia quando è innevato e sembra irraggiungibile (FOTO29, FOTO30, FOTO31, FOTO32, FOTO33, FOTO34, FOTO35). Abbiamo avuto l’idea di lasciare un segno visibile dal paese piantando sul prato una croce fatta con dei tronchi secchi. Ripartiamo e ci stacchiamo: io proseguo per la vetta e Luca e Raffaele C. raggiungono una propaggine spettacolare da dove fanno meravigliose foto (FOTO36, FOTO37, FOTO38, FOTO39, FOTO40). Costeggiamo la cresta erosa dalle tempeste dove gli arbusti si sono sviluppati con forme inclinate dovuta ai venti perenni. Arriviamo in vetta quota 1660m e scopriamo un’altra fetta di panorama che prima non era visibile. Si apre uno scorcio sul mar tirreno, sul Montalto e il Campo (FOTO41, FOTO42, FOTO43, FOTO44, FOTO45, FOTO46, FOTO47). La temperatura si è abbassata di molto, facciamo le foto e decidiamo di scendere al Campo per non restare esposti al vento freddo della vetta. Scendiamo dal versante dello Scodellaro opposto a quello da dove siamo saliti. Qui la vegetazione, trovando riparo dalle intemperie, è molto folta. Scendendo troviamo cumuli di neve qua e là (FOTO48, FOTO49, FOTO50, FOTO51, FOTO52). Arriviamo dopo 10 min al Campo. Stanchi ci stendiamo sul prato morbido e mangiamo (FOTO53, FOTO54, FOTO55, FOTO56, FOTO57, FOTO58, FOTO59, FOTO60). Il tempo non è buono, la copertura nuvolosa non lascia passare il sole ma non piove. Alle 2 ci incamminiamo per ritornare a casa (FOT58), lungo la via troviamo splendidi esemplari di Peonie come ciliegina sulla torta di questa fantastica giornata (FOTO59, FOTO60, FOTO61, FOTO62, FOTO63, FOTO64). Dal Campo riprendiamo la “Zoppatura” e con qualche difficoltà, dovuta al mal di piedi, raggiungiamo Casiglia e poi la macchina di Raffaele C. Alle 16.30  eravamo tutti a casa.

La soddisfazione di avere girato in lungo ed in largo lo Scodellaro è il nostro comune sentimento. Abbiamo visitato una montagna molto bella a cui siamo affezionati perché domina la nostra valle e tutti i sansostesi la possono vedere dalle stanze delle loro case. Quando arriva l’autunno ci regala la visione della prima neve e quando si guasta il tempo lei ci avvisa perché scompare un attimo prima che piove per poi riapparire, con le schiarite, sotto una coltre di neve fresca…

Raffaele Rosignuolo

 

 

 

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