Storia del Pettoruto

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La storia del Santuario si perde nei secoli: per alcuni storici fu eretto nel 1274 ad iniziativa dell'Abbazia di Acquaformosa, ma si hanno notizie di una dipendenza del Santuario del Pettoruto dalla "Grancia" del monastero abbaziale di Acquaformosa fin dal 1226. La "Grancia" indica un luogo ove si deposita il grano, una fattoria, quindi poteva essere un monastero o convento con podere annesso. Notizie certe parlano di un ampliamento avvenuto tra il 1633 e il 1646. Il Santuario fu distrutto dal terremoto del 1783 e ricostruito nel 1834, lavori di restauro furono eseguiti sul finire dell'ottocento e negli anni tra il 1924 e 1929. Nel 1348 il Santuario perde la qualifica di "Grancia" e diviene "Commenda", cioè viene assegnata provvisoriamente in beneficio ad un sacerdote o ad un laico a vita, ma senza diventarne mai proprietari. Nel XVII° secolo divenne "Concistoriale", cioè viene assegnato in beneficio esclusivamente ad un religioso, e nel 1647 viene affidato al Card. Diacono Paolo Emilio Rondini. E' al periodo ricadente tra i secoli XVI° e XVII° che si fanno risalire i primi manoscritti che contengono notizie sul Santuario e sulla sua Statua, attorno alla quale nei secoli successivi fu costruita l'attuale chiesa. Certo esiste una discordanza di date sulla erezione della chiesa ma ciò è dovuto probabilmente al fatto che alcuni storici non hanno letto i documenti originali o addirittura si sono rifatti a documenti che si rifacevano ad altre fonti. In uno di questi viene scritto che "gli elci e gli arbusti selvosi" nascosero per lungo tempo la statua e in un altro, del 1609, del suo ritrovamento. La statua opera dello scultore Nicola Mairo di Altomonte ed il ritrovamento fu a cura di un pastorello di nome Giuseppe Labbazia di Scalea. Una data certa dell'esistenza del tempio e di pellegrini che salivano al Pettoruto ci viene fornita dal Reg. vat. 437 f. 144 del 1455. Con questo documento il Papa Callisto III° concedeva delle indulgenze ai pellegrini che salivano con devozione al sacro monte. La chiesa nel corso dei secoli subì numerose trasformazioni, fino a diventare oggi grandissima e ricca di marmi pregiati e artistici mosaici. Un'altra data importante nella storia del Santuario è quella riguardante il decreto emanato dal Capitolo Vaticano con il quale si concedeva l'incoronazione della Venerata Immagine della Madonna del Pettoruto. Il decreto fu emanato il 29 luglio 1903 e la cerimonia di incoronazione avvenne il 6 settembre dello stesso anno e lo stesso giorno il santuario fu aggregato alla Basilica Romana di S. Maria Maggiore. Con decreto del 17 agosto 1979 Papa Giovanni Paolo II° elevò il Santuario alla dignità di Basilica Minore. I luoghi dove la Madonna appare sono sempre affascinanti e ricchi di mistero, spesso isolati, impervi e solitari. Così si presenta il sito dove sorge il Santuario del Pettoruto: a 600 mt di altitudine, in una zona bella ed aspra, circondata da una corona di monti (la Mula mt 1943; il Varco del Palombaro e il Campo mt 1563 e poi Monte Alto, Serra Scomunicata, Acqua Marcia, Platanizzi, Cozzo del Pellegrino, Serra Caruso, ecc.). Chiuso tra questi monti è il Santuario del Pettoruto che si raggiunge salendo per una strada irta e scoscesa, con numerosi tornanti che si incuneano nella montagna del "Petruto". Questo nome significa luogo pietroso, roccioso, "irto di pietre". Non è da escludere che il nome abbia anche un significato spirituale e mistico. L'uomo dalla valle dove scorre il fiume (la valle figurata come luogo del peccato, delle lacrime) sale al Pettoruto, cioè sul monte della Grazia. E qui, dopo un cammino avventuroso e faticoso, ritrova Cristo grazie alla presenza della Madonna e "pettoruto", cioè con il cuore gonfio di gioia, ridiscende la montagna per testimoniare il suo incontro con Dio. Secondo un'antica tradizione i pellegrini salgono a piedi al Santuario e gettano pietre nel sottostante fiume o portano in mano grossi sassi in segno di penitenza. Giunti al Santuario è possibile ammirare un suggestivo panorama: la valle del fiume Rosa, la montagna dell'acqua della Porta, il Castello della Rocca e l'immenso azzurro del mare Jonio.


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